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 I più antichi accenni al Noni risalgono a decine di secoli fa e fanno riferimento ad alcuni scritti indiani in sanscrito, nei quali viene citato l'uso della pianta nella medicina Ayurvedica. In Polinesia il Noni era considerato la pianta sacra degli Shamani a causa delle sue proprietà medicinali; essa era inoltre tenuta in enorme considerazione per le sue caratteristiche nutritive. I suoi due nomi tradizionali sono “pianta che calma il dolore” e “pianta per il mal di testa”. Il Noni è un arbusto rampicante originario del sud-est asiatico, oggi diffuso soprattutto nelle zone pan-tropicali. E’ noto per la sua spiccata capacità di adattarsi e crescere bene in qualunque condizione: non lo spaventano climi aridi, né particolarmente umidi, resiste alle inondazioni, agli eccessi di vento, così come al sole cocente. Nemmeno l’acqua salata riesce a fermare il Noni, che si alimenta grazie ai micronutrienti in essa contenuti. La sua vitalità è tale da renderlo la prima pianta che ricolonizza le zone colpite da eruzioni vulcaniche. Per garantire la proliferazione di questa specie vegetale, la natura ha dotato il Noni di semi molto particolari: questi contengono una sorta di bolla d’aria che permette loro di galleggiare, percorrendo lunghe distanze nelle acque dell’oceano. E’ stato proprio grazie a questo ingegnoso espediente che il Noni ha potuto diffondersi in modo tanto massiccio. La pianta fiorisce e fruttifica a pieno ritmo per tutto l’anno. Il frutto, lucido, di forma irregolare, è tecnicamente definito un “sincarpio”, cioè un frutto unico all'aspetto, ma composto di tanti frutti riuniti fra loro, ed ha dimensioni variabili da 3 a 10 cm circa, anche se in alcuni casi può raggiungere la misura di un pallone da calcio. Quando arriva a maturazione, l’odore è forte ed incisivo. La pianta di Noni cresce in modo lento ma inesorabile, raggiungendo un’altezza media di sei metri. I suoi rami sono fragili e poco resistenti, tanto da spezzarsi sotto il peso dei loro stessi frutti. Tuttavia, questo non compromette il benessere dell’arbusto, che si risana in breve tempo e fa crescere rapidamente un altro ramo più forte e resistente del precedente. Il Protocollo produttivo Contrariamente ad altre varietà, che crescono meglio in monocolture, il Noni, da pianta umile ma socievole qual è, trova le condizioni migliori nelle coltivazioni miste. Infatti, le piante di qualità superiore crescono in situazioni di promiscuità vegetale, quasi come se il Noni avesse bisogno di essere in mezzo ad altri arbusti per esprimere la propria forte personalità ed arricchirsi. 01Il Noni noniSlife cresce in selezionate piantagioni biologiche pantropicali composte da colture miste. 02I frutti migliori vengono selezionati con cura e raccolti solo quando sono al culmine del loro stadio di maturazione. 03I frutti sono sottoposti ad un accurato lavaggio. 04I frutti vengono poi riposti in grandi contenitori metallici esposti al sole: qui, grazie agli zuccheri presenti nella polpa stessa, ha inizio il processo di fermentazione. 05Dopo ben 8 settimane nelle cisterne, i frutti sono pressati e la loro polpa ridotta in poltiglia. Il tutto viene poi filtrato ed inviato in container sterili negli stabilimenti di produzione italiani. 06In Italia si eseguono i test microbiologici per accertarsi che la carica batterica rientri nei parametri fissati per legge. Il prodotto viene quindi imbottigliato. Il Grande Libro del Noni A breve sarà disponibile"Il Grande Libro del Noni": "Il medico abile è un uomo che sa divertire con successo i suoi pazienti, mentre la Natura li sta curando." (Voltaire)
Negli ultimi anni la Medicina occidentale ha fatto davvero passi da gigante: oggigiorno, patologie che fino a ieri parevano insanabili, si possono facilmente guarire attraverso farmaci sempre più sofisticati, mirati, preformanti, nonché grazie ai prodigi delle tecnologie e delle conoscenze in campo chirurgico. Nonostante ciò, è sufficiente entrare in una farmacia per comprendere come parallelamente allo sviluppo in campo farmaceutico e scientifico, si stia sviluppando un altro fenomeno: i corner dedicati al naturale, che stanno guadagnando sempre più spazio all’interno dei punti vendita, dimostrano un crescente interesse verso ciò che viene genericamente indicato come “medicina alternativa”. Questo termine comprende un universo ampissimo e decisamente troppo generico e, va ad indicare il metodo olistico, i rimedi popolari e, soprattutto, quelli naturali, spesso provenienti da culture a noi lontane o addirittura ancestrali. Apparentemente si tratta di un ritorno al passato: da un approccio progressista si fa marcia indietro, approdando ad un metodo conservatore, quasi antiquato e retrogrado o, a giudizio di alcuni, addirittura ingenuo. Ma qual è la motivazione che c’è alla base di questa evoluzione al contrario? E’ una semplice moda, oppure c’è dell’altro? Le risposte a queste domande sono svariate e possiamo suddividere i sostenitori della medicina alternativa in diversi almeno tre macrogruppi. Il più popolato è quello dei detrattori della medicina istituzionale, che viene considerata parcellizzata, perché non vede il paziente nella sua globalità, ma come una serie di sintomi l’uno staccato dall’altro. In tal modo perde la visione d’insieme e non riesce a cogliere le cause più profonde di una patologia. Così, spesso accade che si curi una problematica facendone insorgere un’altra: si tappa un buco e subito se ne apre uno nuovo, inspiegabilmente e spontaneamente. Coloro che sostengono questa teoria hanno ampia fiducia nel metodo olistico, perché parte da un presupposto radicalmente diverso: la malattia non è che un segnale lanciato dal corpo per attirare l’attenzione. Insomma, ciò che per la medicina istituzionale è la malattia vera e propria, per quella alternativa è semplicemente il sintomo di un disagio più profondo. Considerando l’individuo nella sua interezza, attraverso l’utilizzo di principi attivi naturali e pratiche di natura energetica, il metodo olistico cerca dunque di ristabilire un equilibrio fino a portarlo al raggiungimento di un globale benessere psico-fisico. Un secondo gruppo di sostenitori delle terapie alternative, è composto da coloro che le considerano un valido supporto a quelle istituzionali e sono incoraggiati in questa direzione soprattutto perché il metodo olistico non presenta controindicazioni di sorta e può essere seguito con giovamento anche per lunghi periodi di tempo. L’ultima macrocategoria è formata da quelli che, in cerca di soluzioni davvero efficaci per problematiche lasciate irrisolte dai metodi tradizionali, “le hanno provate tutte” e come ultima spiaggia si rivolgono anche alla medicina alternativa. Qualunque sia il motivo che vi ha portato ad avvicinarvi al noni, che lo abbiate cercato, che ve lo siate semplicemente ritrovato davanti o che siate semplicemente incuriositi da un vegetale quasi bizzarro e senz’altro misterioso, questo libro fa per voi! Questo manuale, ricco ed esaustivo, è interamente dedicato al Noni: un rimedio naturale davvero incredibile e, tuttavia, ancora poco conosciuto al grande pubblico. Questo vegetale umile, eppure forte e vigoroso, è dotato di un grandissimo talento: sa dialogare con il nostro organismo insegnandogli la strada per migliorare ristabilire il benessere, sia dal punto di vista fisico che da quello spirituale. Prendete Il Grande Libro del Noni come un’emozionante e indimenticabile avventura: il viaggio alla scoperta di un frutto miracoloso, vero e proprio guaritore, che non mancherà di stupirvi grazie alle sue molteplici ed affascinanti caratteristiche ed alle sue innumerevoli proprietà terapeutiche. Buon viaggio! |
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