In auto c'è più smog
Troppo smog, meglio andare in auto che in bicicletta? Non è vero, diverse ricerche dimostrano che gli automobilisti sono più inquinati dei ciclisti

Nel febbraio 2002, in una delle ricorrenti "emergenze smog", qualcuno disse che non si doveva viaggiare a piedi od in bicicletta per proteggersi dall'inquinamento. La risposta di Fiab-Tuttinbici di Reggio Emilia fu un esperimento in collaborazione con lo Studio Alfa (febbraio 2002), che dimostra esattamente il contrario. Chi sta in auto respira più smog di chi sta fuori!! L'esperimento e le tabelle riassuntive.

Sul sito del Monte Sole Bike Group - Fiab di Bologna: Il ciclista respira meno inquinanti di un automobilista. Riassunto dello studio danese del 2001 "Differenze nell'esposizione di ciclisti ed autisti di autoveicoli all'inquinamento atmosferico da traffico nella città di Copenhagen". Per chi desidera maggiori dettagli, qui si trova l'articolo originale pubblicato (pdf, in inglese).

Sul sito di Fiab-Ciclodi: Un mito, una leggenda metropolitana  molta diffusa vuole che il ciclista in bicicletta respiri più inquinamento di un pedone o di un automobilista. Nel fascicolo della Commissione Europea "Kids on the Move" è riportato che "in un’ora, secondo lo studio olandese che e’ alla base della pubblicazione UE, un ciclista respira oltre la meta’ in meno dell’ossido di carbonio inalato da un automobilista chiuso nell’abitacolo.

Sul sito Viva la Velorution: Inquinamento urbano e andare in bici - sei proprio sicuro/a che andando in macchina respiri meno inquinanti di un ciclista sotto sforzo?

... ma se proprio non vuoi rischiare
Qual è la migliore mascherina anti-smog?

In attesa di altre segnalazioni, pubblichiamo l'intervento di un nostro assiduo frequentatore del Forum, Fabio Pecora.

Elenco velocemente la situazione che poi magari avremo modo di approfondire
Io per lavoro (laureato in chimica e lavoro in un laboratorio chimico) di maschere filtranti ne utilizzo di tutti i tipi anche di quelle tipo usa e getta (in realtà si usano più volte).
Non parlo delle mascherine da chirurgo che si acquistano in farmacia e che non sono altro che fogli leggeri di carta da filtro che servono sostanzialmente per proteggere gli altri dalle "nostre emissioni" (gocce di saliva etc. etc.). Parlo invece delle maschere antipolvere.
Io ho cominciato ad usarle circa 2 anni fa, da quando, come hai detto anche tu, mi sono reso conto che tutte le sere rientravo a casa con problemi alle vie respiratorie. Da allora la qualità dell'aria che respiro è notevolmente migliorata e con essa sono spariti i miei problemi alle vie respiratorie.
L'argomento come ti dicevo mi è molto a cuore poiché ho scoperto che c'è tanta disinformazione a riguardo.
Ce ne sono sostanzialmente di due tipi: con o senza carboni attivi (e tra queste con o senza valvola).
Io utilizzo quelle a carboni attivi con valvola che si adattano, secondo il mio parere, meglio alle esigenze del ciclista.
Si tratta di filtri quasi assoluti (il termine, è un gioco di parole, ma è molto relativo...) che garantiscono una capacità filtrante assoluta per particelle con dimensioni ben al di sotto delle famigerate pm 10. La capacità filtrante in questo caso NON DIPENDE dalla concentrazione delle particelle nell'aria. Lo scopo dei carboni attivi è di trattenere una buona parte delle sostanze organiche volatili presenti nell'aria, in questo caso la capacità filtrante non è assoluta, ma relativa alla concentrazione (se vi mettete ad annusare lo scarico di un TIR sentirete parecchia roba!!!), però costituisce una buona barriera nel traffico cittadino. Lo scopo della valvola è quello di espellere l'aria calda che espirate, secondo me è vitale per chi percorre lunghi tragitti, magari iperventilando a causa dello sforzo.
Difetto: costano un po' (mi sembra circa 50 euro la confezione da 20) e si devono cambiare abbastanza spesso poiché i carboni attivi si saturano. Io faccio circa 50 Km al giorno, ma la utilizzo solo nel tratto urbano che è più o meno la metà, e la durata della maschera è al massimo (ma proprio la massimo) di un mese.
Siccome ne ho sentite di tutti i colori, vorrei dire solo questo: le maschere antipolvere (meglio con carboni attivi) se calzate correttamente costituiscono una barriera ASSOLUTA nei confronti delle polveri e garantiscono una BUONA RIDUZIONE DEGLI INQUINANTI ORGANICI.
Non percepisco proventi dalle aziende che le producono, ma ho a cuore la mia salute.
link con descrizione tecnica
Scegliere la sezione: respiratori senza manutenzione per polveri, io utilizzo quelli con cod 9914, però è presente una vasta gamma tra cui scegliere. Troverete una scheda tecnica per ogni tipo di filtro di protezione.

P.s. nel forum FIAB sono a disposizione per qualsiasi chiarimento dal punto di vista tecnico o per qualsiasi suggerimento 

Come andare in bicicletta tutti i giorni?
I problemi dei ciclisti urbani in Italia sono gli stessi: il pericolo costituito dagli autoveicoli e dal loro totale predominio sulle strade,
le piste ciclabili che non esistono o che, se esistono, sono costruite male o non rispettate (le auto vi parcheggiano, i pedoni vi passeggiano, ecc.), non esistono ciclo-parcheggi sicuri, non si trovano meccanici, ecc.
Ma ci sono anche mille altri piccoli problemi, di ordine pratico (magari banali dove c'è già una diffusa "cultura della bicicletta" e tanti negozi con i giusti accessori). Molti neo-ciclisti urbani magari non sanno come affrontarli: quale equipaggiamento per la pioggia, come trasportare le cose, ecc.

Quali sono motivazioni del ciclista urbano?
Sicuramente dove la bici è più diffusa la motivazione è molto semplice e pragmatica, di ordine pratico: si arriva prima, si parcheggia prima, si risparmia, ecc.
E' alla portata di tutti. Bambini, ragazzi, e più in generale chi non ha la patente può muoversi in autonomia.
Altre motivazioni possono interessare persone con particolari idee e sensibilità: ambientalisti (non si inquina e non si sprecano risorse energetiche), salutisti (si fa del sano movimento), new-Global (non si finanziano le multinazionali del petrolio), chi cerca uno stile di vita più sobrio,
ecc.


 
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GLI INQUINANTI DELL´ARIA

L´atmosfera è una miscela di gas e vapore acqueo.
Alcuni di questi gas sono inquinanti: cosa vuol dire esattamente?
Lo spiega bene l´Agenzia Europea per l´Ambiente:

 
“Gli inquinanti sono sostanze che immesse direttamente o indirettamente nell´aria e nell´ambiente, possono avere effetti nocivi sulla salute umana o sull´ambiente nel suo complesso. Molte di queste sostanze possono essere già presenti in natura a basse concentrazioni con origine da processi naturali, altre possono essere di sola origine antropica”.

I principali inquinanti dell´aria sono: 

  • Il biossido di zolfo (SO2)
  • Il biossido di azoto (NO2)
  • Il monossido di carbonio (CO)
  • Ozono (O3)
  • Benzene (C6H6)
  • Polveri sottili (PM10 – PM2,5)

LE POLVERI FINI (PM10 - PM2,5)

Le polveri sottili sono formate da sostanze tossiche e cancerogene. Raggiungono le parti più profonde e delicate dei nostri polmoni, dove si accumulano. Il traffico automobilistico è la causa principale di questa forma di inquinamento.

La famigerata sigla PM 10 sta per Particulate Matter, ossia: Materia Particolata (in piccole particelle).

10 significa che le particelle hanno un diametro inferiore ai 10 micron (10 millesimi di mm).

Si tratta di particelle microscopiche non visibili a occhio nudo. Sono minuscoli frammenti di sostanze organiche (fibre animali e vegetali, pollini, batteri, spore) e inorganiche (metalli pesanti, fibre di amianto, solfati, nitrati, polveri di carbone e di catrame, ecc). Le particelle sono diffuse nell´aria, per questo si parla di particolato atmosferico o aerodisperso.

Il PM2,5 è la frazione più fine del PM10, costituita dalle particelle con diametro uguale o inferiore a 2,5 micron.

Il PM 2,5 è il particolato più pericoloso per la salute e l´ambiente: infatti questo particolato è quello che si deposita sugli alveoli e inoltre può rimanere sospeso nell´atmosfera per giorni.

Da uno studio condotto dall´Agenzia regionale per la protezione dell´ambiente della Lombardia si evidenzia che la fonte principale di produzione del PM 10 è il traffico veicolare. Il comune di Milano contribuisce a circa il 24% delle emissioni provinciali: di questa quota il traffico conta per l´83% e il riscaldamento per il 16%. Per i veicoli il combustibile più inquinante è il diesel; per gli impianti di riscaldamento è il gas combustibile, seguito dal gasolio. I combustibili meno dannosi sono metano e GPL. 

GLI EFFETTI SULLA SALUTE DELL´UOMO

Il PM 2,5 , la frazione più fine del PM10, è particolarmente insidioso perché entra nei nostri polmoni a ogni respiro ed è tanto piccolo da raggiungere senza difficoltà gli alveoli polmonari. Qui gli elementi estranei vengono inghiottiti da cellule del nostro sistema di difesa, dette ‘macrofagi´, che tentano di distruggere l´intruso digerendolo; se non ci riescono lo tengono nascosto dentro di sé. Questa situazione comporta due tipi di rischi:

1° La continua entrata di elementi estranei negli alveoli può danneggiare lo strato di cellule responsabili degli scambi gassosi (l´entrata di ossigeno e la fuoriuscita di anidride carbonica) e provocare problemi alla respirazione.

2° Se le sostanze che i macrofagi non riescono a digerire si accumulano nell´organismo, essendo tossiche o cancerogene, possono provocare nel tempo l´insorgenza di malattie gravi.

La pericolosità del PM 10, ed in particolare del PM 2,5 , è stata dimostrata da numerosi studi epidemiologici.

Il PM 2,5 è infatti una miscela complessa di migliaia di composti chimici e alcuni di questi sono di estremo interesse a causa della loro tossicità. L´attenzione è rivolta agli idrocarburi aromatici policiclici (PHA) che svolgono un ruolo nello sviluppo del cancro. Alcuni nomi: Fluoranthene, Pyrene, Chrysene, Benz[a]anthracene, Benzo[b]fluoranthene, Benzo[k]fluoranthene, Benzo[a]pyrene, Dibenz[a,h]anthracene. Gli effetti nocivi sono proporzionali alla concentrazione e (come è stato dichiarato dall´Organizzazione Mondiale della Sanità) non è possibile individuare un valore al di sotto del quale il PM 10 - PM 2,5 non provochi un danno alla salute. Ci sono effetti di tipo acuto che si riscontrano nei giorni in cui la concentrazione degli inquinanti è più elevata: infezioni respiratorie acute, crisi d´asma, disturbi circolatori e ischemici, aggravamento dei sintomi respiratori e cardiaci in soggetti predisposti. Altri effetti, di tipo cronico, sono dovuti alla presenza nell´aria per lungo periodo degli inquinanti: tosse e catarro persistenti, bronchiti croniche, diminuzione della capacità polmonare. 

 

Più il PM è piccolo, più strada percorre …….

I gas nocivi e le polveri rappresentano un vero pericolo per la salute. L´ultimo studio epidemiologico, «Misa-2», pubblicato come supplemento della rivista «Epidemiologia Prevenzione» raccoglie il lavoro di un centinaio tra epidemiologi di università e agenzie sanitarie pubbliche e tecnici delle Arpa. Mettendo in relazione giorno per giorno, tra il 1996 e il 2002, mortalità e ricoveri delle 15 più popolose città italiane con i dati delle centraline ottiene risultati preoccupanti: «A ogni innalzamento della concentrazione degli inquinanti nell´aria, seguono immancabilmente nei dieci giorni successivi più morti e ricoveri». Il totale dei decessi in un anno sono circa 2mila. Le città prese in esame rappresentano meno di un quinto della popolazione italiana: il saldo delle morti sull´intero territorio nazionale potrebbe salire «a circa 10 mila».

I LIMITI FISSATI DALLA NORMATIVA

L´UE, con direttiva 1999/30/CE del 22 aprile 1999 riguardante le concentrazioni di PM10, (recepita dal D.M. 02/04/2002 n.60 ) ha stabilito il valore limite giornaliero delle PM10, che non deve superare i 50 µg/m3 , limite da non superarsi più di 35 volte all´anno.
La stessa direttiva fissa inoltre il valore limite annuale di 40 µg/m3 .

Successivamente al 01/01/2005 il valore limite giornaliero di 50 mg/mc non potrà essere essere superato più di 7 volte all´anno , ed il valore limite annuale è portato a 20 µg/m3 . (Valori limite indicativi da rivedere con successivo decreto sulla base della futura normativa comunitaria).

LE MISURAZIONI IN TEMPO REALE 

I FACCIALI FILTRANTI

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I facciali filtranti sono una forma di protezione delle vie respiratorie da adottare da chi è a contatto con l´inquinamento da traffico cittadino.

Al momento l´utilizzo di un facciale filtrante è l´ unico rimedio possibile che i semplici cittadini, ciclisti e motociclisti ecc. possono adottare per difendersi dalle polveri sottili, visti gli scarsi effetti ottenuti con i provvedimenti di limitazione del traffico.

Usa solo mascherine marchiate EN 149 : le mascherine che spesso si vedono indossate da passanti, ciclisti e purtroppo anche dalle forze dell´ordine, NON sono assolutamente adatte alla filtrazione delle polveri fini. Si tratta infatti delle cosiddette "mascherine igieniche" per polveri grossolane, non conformi alla norma EN149 e non offrono alcuna protezione se non, come detto, per le polveri grossolane. Per legge non è permesso utilizzarle come dispositivo di protezione individuale, ma per la protezione dell´ambiente esterno da possibili contaminazioni originate da chi indossa la mascherina.
Le mascherine non marchiate EN149 possono infatti servire esclusivamente per prevenire possibili contaminazioni del prodotto manipolato, viene quindi protetto l´ambiente esterno dall´utilizzatore , e NON chi indossa la mascherina. (esempio: industrie alimentari).

La Norma Europea EN 149 suddivide i facciali filtranti in base alla efficienza filtrante minima che devono garantire e li classifica in 3 categorie:

FFP1: Efficienza filtrante minima garantita 78 %

FFP2: Efficienza filtrante minima garantita 92 %

FFP3: Efficienza filtrante minima garantita 98 %

Ma allora quale facciale filtrante bisogna indossare ?

Per tutte quelle categorie di persone per le quali è necessaria una protezione generica dal PM 10, e per le quali si prevede una esposizione limitata durante la giornata, consigliamo un facciale filtrante di categoria FFP1 , la cui efficienza filtrante dei modelli ICEA/linea REFIL è rappresentata dal grafico sottostante:

 

Per quelle categorie di persone che svolgono attività lavorativa e continuativa in mezzo al traffico cittadino (polizia municipale, edicolanti, personale alle pompe di benzina ecc.) è consigliata una maschera protettiva del tipo FFP2 , la cui efficienza filtrante dei modelli ICEA/linea REFIL è rappresentata dal grafico sottostante:

 

I modelli ICEA della linea REFIL:

FFP1:   50610   50611 

FFP2:  50630   50631  

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QUATTRORUOTE scrive dei nostri facciali


 

 

 

 

 

Nasya (pulizia nasale)

Il naso è la porta pe accedere al cervello. I disturbi come sinusiti e catarro accumulato, vengono eliminati dal naso. Anche il prana, la forza vitale, entra nel corpo attraverso il naso. Il prana controlla lfintelletto ed un suo sbilanciamento può provocare perdita di memoria, mal di testa e perdita di concentrazione. . Nasya può curare nevralgia del trigemino, Bel's Palsy, memoria e vista, insonnia, eccesso di muco, iper pigmentazione in faccia, pre-matura perdita dei capelli, mal di testa, emiplegia, perdita di odore e gusto, secchezza del naso, raucedine, emicrania, rigidità del collo, allergie nasali, polipi nasali, disfunzioni neurologiche, Paraplegia, sinusite. Ovviamente questa tecnica migliora notevolmente la resirazione

RIMEDIO DELLA NONNA PER IL NASO CHIUSO

Preparare un cucchiaio di bicarbonato di sodio, un cucchiaio di sale con due tazze di acqua molto fredda (mescolare

e sciogliere gli ingredienti). Intingere un fazzoletto e appoggiarlo sul naso, decongestionando il setto nasale

(l'acqua deve essere molto fredda !!!).

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Quale detergente viene considerata piacevole una soluzione salina al due o tre per cento.
Se si lava il naso con l´ acqua corrente, con il calo del valore osmotico fra mucosa nasale ed acqua, si genera un bruciore. Non dovrebbe essere utilizzata neppure una comune soluzione di sale da cucina.

Il termometro migliore per applicazioni calde sulla testa è la propria punta del naso. Se accetta una temperatura, questa va bene anche per le mucose della bocca, della faringe e di quelle nasali. Per la soluzione è necessario un pizzico di coltello di AlcaBagno per ogni bicchiere.
Versate nel bicchiere per le irrigazioni acqua a temperatura corporea e un pizzico di AlcaBagno. Mescolate finché il sale non sia sciolto.
Magnesio cloruro [modifica]

Secondo alcuni studi del prof. Pierre Delbet ed altri[1], quando il cloruro di magnesio è assunto ai primi sintomi di raffreddore, esso scompare quasi immediatamente dopo aver assunto anche una sola dose di 3 grammi disciolta in un bicchiere d'acqua potabile. Se il raffreddore è già in corso, sono necessarie due dosi quotidiane per evitare eventuali complicazioni. È possibile anche instillare nel naso qualche goccia di soluzione al 2% (20 grammi in un litro d'acqua

A tutti capita di sentirsi un pof giù di tono. Le cause di un affaticamento, di una mancanza di energie, di un umore un pof sottotono possono essere tante: dfinverno un raffreddore che stenta a guarire, dfestate la spossatezza dovuta al clima umido e afoso, in primavera le allergie respiratorie, in autunno il malessere e lfastenia provocati dal cambio di stagione.

È difficile credere che questi disturbi, apparentemente così diversi tra loro e legati a precisi periodi e circostanze, possano avere unfunica spiegazione, ma, a volte, può succedere: unfostruzione cronica delle vie nasali impedisce al respiro di fluire liberamente attraverso le narici e gli toglie la sua naturale capacità di presiedere alle funzioni vitali dellforganismo e ai processi di percezione sensoriale e psichica.
Così un disturbo della respirazione finisce per pregiudicare la salute e il benessere generale dellforganismo.

Il Jala Neti nasce proprio con questo scopo: praticato in India fin dallfantichità e utilizzato dallo yoga e dallfAyurveda, si propone di preservare la salute e disintossicare lforganismo attraverso la pulizia del naso e lfarmonizzazione del respiro.

Si tratta di un metodo completamente naturale, economico, accessibile a tutti, esente da effetti collaterali e molto efficace: oltre al muco e alle secrezioni del naso, consente di eliminare anche le impurità e le sostanze tossiche presenti nellforganismo e prevenire e curare disturbi funzionali a carico degli occhi, delle orecchie, della gola e dellfapparato respiratorio (asma, allergie, raffreddore da fieno, influenze ecc.).
Il Jala Neti fornisce un aiuto prezioso anche a coloro che desiderano smettere di fumare.

Innanzitutto è necessario procurarsi un apposito bricchetto di ceramica a forma di caraffa chiamato Lota (costa dai 12 ai 20 Euro). La Lota va riempita di acqua tiepida (sorgiva pura, se disponibile, altrimenti oligominerale) a cui aggiungere sale marino integrale macinato fine (un cucchiaino da tè per ogni mezzo litro dfacqua): in questo modo si ottiene una soluzione salina allo 0,9% che si definisce isotonica, in quanto ha una concentrazione di sale corrispondente a quella del sangue.

Si mescola bene acqua e sale, poi si inserisce il beccuccio in una narice. Il capo è leggermente inclinato dal lato opposto, in modo che lfacqua possa defluire senza impedimenti uscendo dallfaltra narice. Quando la Lota è mezza vuota, si inverte la direzione del flusso dfacqua. Infine, quando il bricchetto è completamento vuoto ed entrambe le narici sono state lavate, si asciuga il naso soffiando da entrambe le narici in modo non troppo energico: questfultima operazione è molto importante per eliminare definitivamente i residui dfacqua sporca e le secrezioni rimanenti.
Questo ciclo può essere ripetuto più volte fino a liberare completamente il naso: in caso rimanesse la costipazione, è meglio rivolgersi al medico per verificare la presenza di unfostruzione strutturale.

Uno o due lavaggi al giorno sono sufficienti per lfigiene generale delle vie del naso, preferibilmente al mattino appena alzati e mai prima o dopo i pasti. A scopo terapeutico, si può arrivare anche a quattro cicli al giorno, ma solo se prescritto dal medico o dal naturopata. Le uniche controindicazioni al Jala Neti sono la presenza di epistassi, cefalea e lfetà inferiore ai quattro anni. In gravidanza si può eseguire senza problemi.

Il lavaggio del naso viene eseguito in tutto il mondo con ottimi risultati: negli Stati Uniti, il Paese in cui lo yoga è attualmente più praticato, questa pratica è entrata ormai a far parte della quotidiana cura del corpo, alla stregua della pulizia dei denti.

l' otorinolarigongiatra oltre una cura farmacologica mi ha consigliato di fare più lavaggi nasali al giorno con soluzione fisiologica, però non mi ha spiegato come fare e io non glielo chiesto.

Devo tenere una narice tappata o devo lasciarla libera quando con una siringa senza ago spruzzo l' acqua nell' altra narice ?
Se spruzzo troppo forte posso causarmi dei danni all' udito ?( sono già mezzo sordo ed ho tanta paura di compromettere ulteriormente il mio udito )

Ps: ho dei piccoli polipetti nasali ( il dottore ha detto di non operarmi ) che quando non sono raffreddato ancora mi permettono di respirare abbastanza bene, il problema è che quando mi si infiamma la gola subito dopo finisce sempre che per 4 - 5 giorni è come se avessi cemento armato nel naso, C-O-M-P-L-E-T-A-M-E-N-T-E otturato, può essere che ciò sia dovuto all' infiamazzione dei polipi, o questi non possono infiammarsi poichè semplice escrescenza carnale ?

Vi ringrazio tantissimo per l' aiuto che fornite.

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Risponde dal 2006 il medico

Dr. Alessandro Valieri

Specializzato in:
Otorinolaringoiatria

Perfezionato in:
Chirurgia plastica e ricostruttiva
Medicina estetica

Esercita a:
RAVENNA (RA)
BOLOGNA (BO)
CODIGORO (FE)

Referente d'area

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Caro paziente,
i lavaggi nasali non possono far peggiorare il Suo udito. Sulle modalità, può chiudere o non chiudere la narice opposta al lavaggio (comunque all'interno della confezione troverà adeguate istruzioni).

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scritto venerdì 1 giugno 2007 - ore: 11:30:58

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Risponde dal 2006 il medico

Dr. Andrea Mezzoli

Specializzato in:
Otorinolaringoiatria

Perfezionato in:
Medicina estetica

Esercita a:
BOLOGNA (BO)
FAENZA (RA)
RIMINI (RN)
LUGO (RA)


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Gentile utente,
le consiglio lavaggi nasali con Lavonase: testa in avanti sul lavandino,l'acqua entra da una narice e fuoriesce dall'altra,durante la cura deve respirare dalla bocca.Quindi narice libera e niente siringa.
Se ha polipi nasali sarebbe bene associare una terapia cortisonica che possa ridurli notevolmente di dimensioni.
Andrea Mezzoli

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scritto venerdì 1 giugno 2007 - ore: 11:35:08

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Utente cancellato

Gentilissimi dottori GRAZIE per le risposte,

ad eventuali peggioramenti uditivi, mi riferivo al fatto che temevo e a causa della mia ansia con stupidità TEMO ANCORA che spruzzando troppo forte posso danneggiare il timpano (attraverso la tuba d' Eustachio) e non le cellule ciliate.

Siccome le tento tutte (potete cortesemente dirmi semplicemente si o no ) vi chiedo gentilmente se i suffumigi con sale e bicarbonato possono essermi utili o il calore del vapore può invece aumentare la mia imnfiamazione ?

Cordialità e grazie ancora.

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scritto venerdì 1 giugno 2007 - ore: 11:51:02

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Risponde dal 2005 il medico

Dr. Rolando Baroncelli

Specializzato in:
Otorinolaringoiatria

Esercita a:
PRATO (PO)
VAIANO (PO)
MONTEMURLO (PO)


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Fossi in lei mi limiterei ad effettuare lavaggi nasali con semplice soluizone fisiologica

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scritto venerdì 1 giugno 2007 - ore: 18:24:40

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Utente cancellato

Egregi e gentili dottori Vi ringrazio per i consigli e.............

come già accennato ho il terrore che il mio deficit uditivo neurosensoriale ( dal 35 al 65 % ) possa ulteriormente peggiorare e, siccome almeno tre volte all' anno ho fortisssimi raffreddori derivanti dall' infiammazione alla gola durante i quali mi si tappano sempre le orecchie e mi si abbassa l' udito, leggendo sulle otite medie per cercare conforto e un pò di tranquillità, ho letto che in coincidenza con ogni infiammazione delle prime vie respiratorie, si verifica una riacutizzazione del processo infiammatorio, e a lungo andare possono verificarsi danni a carico degli ossicini.

Ciò mi ha fatto sprofondare nell' ansia.
Per questo volevo cortesemente domandarvi:
considerato che quando mi si tappano le orecchie ed ho un ulteriore abbassamento dell' udito, a me le orecchie non fanno male ( più che altro è un fastidio quasi impercettibile ) vuol dire che non si tratta di otite ma di un' infiammazione delle fosse nasali che come effetti comporta l'otturazione completa del naso ed l' otturazione con calo dell' udito delle orecchie ? ( assumendo il Fluifort che mi aveva prescritto l' otorino dopo 3 - 4 giorni iniziano lentamente a stapparsi )

Siccome mi succede minimo tre volte all' anno sono terrorizzato che possa trattarsi di otite e che quindi ( come ho riportato sopra ) a lungo andare possono verificarsi danni a carico degli ossicini.

Scusate se prolungo ancora la lettera : se dopo la descrizione dei miei sintomi, voi potete escludere che si tratta di otite, chiedo gentilmente se queste ripetute infiammazione alla gola ed al naso, ancora peggio delle otite possono causarmi ulteriori danni all' udito a livello neurosensoriale distruggendo le poche cellule ciliate che mi sono rimaste.

Chiedo scusa per il disturbo, vi saluto cordialmente e vi prego di darmi delle delucidazioni il più possibile dettagliate ( nei limiti che il sito, il vostro tempo e la vostra benevolenza permettono )
perchè in questi casi divento quasi sordo è sono TERRORIZZATO che con il ripetersi continuo di queste infiammazione prima o poi finirà che non mi si stapperanno più le orecchie come è successo finora.

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DIFENDIAMOCI DALL'INQUINAMENTO ANCHE IMPARANDO A LAVARCI IL NASO

Ecco un pratico e interessante insegnamento per aiutare la respirazione attraverso una corretta pulizia del naso

Quando insegno ai miei allievi come recuperare una respirazione migliore, la prima cosa che raccomando loro è di utilizzare sempre il naso sia durante lfinspirazione, sia durante lfespirazione. La bocca, dico scherzando, serve per mangiare (solo in casi estremi ne ammetto lfutilizzo per respirare) mentre il naso è lo strumento più opportuno : grazie ai numerosi peli situati nel suo interno, fa giungere allfapparato respiratorio lfaria filtrata e purificata anche da eventuali "intrusioni" virali. Il passaggio più lento e tortuoso dellfaria nelle narici, inoltre, ne favorisce il preriscaldamento e ciò aiuta a prevenire i disturbi da "raffreddamento".

Il naso è dunque di vitale importanza, per questo consiglio di averne cura, mantenendolo sempre pulito. Il grado di inquinamento atmosferico che tutti stiamo subendo, ha oggi raggiunto livelli insopportabili e, spesso, le impurità che vanno accumulandosi nelle narici impediscono il libero passaggio dellfaria.

Ecco perché in questfarticolo ho voluto presentarvi unfantica, tuttavia assai semplice pratica, chiamata Jala-neti o pulizia delle vie nasali con acqua e sale.

Nella Gheranda-samhita un testo indiano databile intorno al XVII / XVIII secolo, ritenuto assieme allo Hathayoga-pradipika e alla Siva-samhita uno dei principali testi dello Hatha-yoga, si legge di una pratica denominata sit-krama che consisteva nellfaspirare acqua dalla bocca ed espellerla dal naso per ottenere la pulizia delle vie nasali ed i conseguenti benefici. Tale pratica più completa, la consiglierei naturalmente agli allievi con più esperienza, mentre la Jala-neti che consiste nellfutilizzo di uno strumento dotato di beccuccio come una teiera, comunemente chiamato Lota, è adatto a tutti. Allfinterno della Lota, dopo aver predisposto dellfacqua tiepida, si fa accuratamente sciogliere un mezzo cucchiaino di sale fine da cucina. Contrariamente a quanto il lettore tende a presumere, è proprio il sale (che tuttavia ha una funzione anche antisettica), ad evitare che il passaggio dellfacqua nelle narici dia luogo a bruciore.

Per una corretta esecuzione, consiglio di inclinare il busto in avanti fino a portarlo parallelo al pavimento, piegare la testa di lato, aprire leggermente la bocca per impedire allfacqua di passare nella gola, introdurre il beccuccio in una narice ed attendere che, per la legge dei vasi comunicanti, lfacqua dopo aver riempito il cavo sinoideo, fuoriesca dallfaltra narice. Si ripete dalla parte opposta e si raccomanda, specialmente dfinverno, visto che qualche goccia dfacqua tende a fermarsi proprio nel cavo sinoideo, di soffiare bene il naso al termine della pratica.

I benefici che si ottengono, oltre alla normale pulizia, sono diversi : ad esempio si prevengono i disturbi delle cavità nasali come raffreddori, riniti ecc.

Quando insegno ai miei allievi come recuperare una respirazione migliore, la prima cosa che raccomando loro è di utilizzare sempre il naso sia durante l'inspirazione, sia durante l'espirazione. La bocca, dico scherzando, serve per mangiare (solo in casi estremi ne ammetto l'utilizzo per respirare) mentre il naso è lo strumento più opportuno: grazie ai numerosi peli situati nel suo interno, fa giungere all'apparato respiratorio l'aria filtrata e purificata anche da eventuali "intrusioni" virali. Il passaggio più lento e tortuoso dell'aria nelle narici, inoltre, ne favorisce il preriscaldamento e ciò aiuta a prevenire i disturbi da "raffreddamento".

Il naso è dunque di vitale importanza, per questo consiglio di averne cura, mantenendolo sempre pulito. Il grado di inquinamento atmosferico che tutti stiamo subendo, ha oggi raggiunto livelli insopportabili e, spesso, le impurità che vanno accumulandosi nelle narici impediscono il libero passaggio dell'aria.

Ecco perché in quest'articolo ho voluto presentarvi un'antica, tuttavia assai semplice pratica, chiamata Jala-neti o pulizia delle vie nasali con acqua e sale.

Nella Gheranda-samhita, un testo indiano databile intorno al XVII/XVIII secolo, ritenuto assieme allo Hathayoga-pradipika e alla Siva-samhita uno dei principali testi dello Hatha-yoga, si legge di una pratica denominata sit-krama che consisteva nell'aspirare acqua dalla bocca ed espellerla dal naso per ottenere la pulizia delle vie nasali ed i conseguenti benefici. Tale pratica più completa, la consiglierei naturalmente agli allievi con più esperienza, mentre la Jala-neti che consiste nell'utilizzo di uno strumento dotato di beccuccio come una teiera, comunemente chiamato Lota, è adatto a tutti. All'interno della Lota, dopo aver predisposto dell'acqua tiepida, si fa accuratamente sciogliere un mezzo cucchiaino di sale fine da cucina. Contrariamente a quanto il lettore tende a presumere, è proprio il sale (che tuttavia ha una funzione anche antisettica), ad evitare che il passaggio dell'acqua nelle narici dia luogo a bruciore.

Per una corretta esecuzione, consiglio di inclinare il busto in avanti fino a portarlo parallelo al pavimento, piegare la testa di lato, aprire leggermente la bocca per impedire all'acqua di passare nella gola, introdurre il beccuccio in una narice ed attendere che, per la legge dei vasi comunicanti, l'acqua dopo aver riempito il cavo sinoideo, fuoriesca dall'altra narice. Si ripete dalla parte opposta e si raccomanda, specialmente d'inverno, visto che qualche goccia d'acqua tende a fermarsi proprio nel cavo sinoideo, di soffiare bene il naso al termine della pratica. I benefici che si ottengono, oltre alla normale pulizia, sono diversi: ad esempio si prevengono i disturbi delle cavità nasali come raffreddori, riniti ecc. si elimina l'eccessiva secrezione di muco, si stimolano i nervi del cranio e le funzioni dell'organo olfattivo; gli occhi e le orecchie, dato che sono in collegamento, ne ricevono di conseguenza giovamento.

DIFENDIAMOCI DALL'INQUINAMENTO ANCHE IMPARANDO A LAVARCI IL NASO

Ecco un pratico e interessante insegnamento per aiutare la respirazione attraverso una corretta pulizia del naso

Quando insegno ai miei allievi come recuperare una respirazione migliore, la prima cosa che raccomando loro è di utilizzare sempre il naso sia durante lfinspirazione, sia durante lfespirazione. La bocca, dico scherzando, serve per mangiare (solo in casi estremi ne ammetto lfutilizzo per respirare) mentre il naso è lo strumento più opportuno : grazie ai numerosi peli situati nel suo interno, fa giungere allfapparato respiratorio lfaria filtrata e purificata anche da eventuali "intrusioni" virali. Il passaggio più lento e tortuoso dellfaria nelle narici, inoltre, ne favorisce il preriscaldamento e ciò aiuta a prevenire i disturbi da "raffreddamento".

Il naso è dunque di vitale importanza, per questo consiglio di averne cura, mantenendolo sempre pulito. Il grado di inquinamento atmosferico che tutti stiamo subendo, ha oggi raggiunto livelli insopportabili e, spesso, le impurità che vanno accumulandosi nelle narici impediscono il libero passaggio dellfaria.

Ecco perché in questfarticolo ho voluto presentarvi unfantica, tuttavia assai semplice pratica, chiamata Jala-neti o pulizia delle vie nasali con acqua e sale.

Nella Gheranda-samhita un testo indiano databile intorno al XVII / XVIII secolo, ritenuto assieme allo Hathayoga-pradipika e alla Siva-samhita uno dei principali testi dello Hatha-yoga, si legge di una pratica denominata sit-krama che consisteva nellfaspirare acqua dalla bocca ed espellerla dal naso per ottenere la pulizia delle vie nasali ed i conseguenti benefici. Tale pratica più completa, la consiglierei naturalmente agli allievi con più esperienza, mentre la Jala-neti che consiste nellfutilizzo di uno strumento dotato di beccuccio come una teiera, comunemente chiamato Lota, è adatto a tutti. Allfinterno della Lota, dopo aver predisposto dellfacqua tiepida, si fa accuratamente sciogliere un mezzo cucchiaino di sale fine da cucina. Contrariamente a quanto il lettore tende a presumere, è proprio il sale (che tuttavia ha una funzione anche antisettica), ad evitare che il passaggio dellfacqua nelle narici dia luogo a bruciore.

Per una corretta esecuzione, consiglio di inclinare il busto in avanti fino a portarlo parallelo al pavimento, piegare la testa di lato, aprire leggermente la bocca per impedire allfacqua di passare nella gola, introdurre il beccuccio in una narice ed attendere che, per la legge dei vasi comunicanti, lfacqua dopo aver riempito il cavo sinoideo, fuoriesca dallfaltra narice. Si ripete dalla parte opposta e si raccomanda, specialmente dfinverno, visto che qualche goccia dfacqua tende a fermarsi proprio nel cavo sinoideo, di soffiare bene il naso al termine della pratica.

I benefici che si ottengono, oltre alla normale pulizia, sono diversi : ad esempio si prevengono i disturbi delle cavità nasali come raffreddori, riniti ecc.

Difendiamoci dall'inquinamento anche imparando a lavarci il naso

Testo pubblicato il 12/08/08 da Amadio Bianchi

Quando insegno ai miei allievi come recuperare una respirazione migliore, la prima cosa che raccomando loro è di utilizzare sempre il naso sia durante l'inspirazione, sia durante l'espirazione.

La bocca, dico scherzando, serve per mangiare (solo in casi estremi ne ammetto l'utilizzo per respirare) mentre il naso è lo strumento più opportuno: grazie ai numerosi peli situati nel suo interno, fa giungere all'apparato respiratorio l'aria filtrata e purificata anche da eventuali "intrusioni" virali. Il passaggio più lento e tortuoso dell'aria nelle narici, inoltre, ne favorisce il preriscaldamento e ciò aiuta a prevenire i disturbi da "raffreddamento".
Il naso è dunque di vitale importanza, per questo consiglio di averne cura, mantenendolo sempre pulito. Il grado di inquinamento atmosferico che tutti stiamo subendo, ha oggi raggiunto livelli insopportabili e, spesso, le impurità che vanno accumulandosi nelle narici impediscono il libero passaggio dell'aria.
Ecco perché in quest'articolo ho voluto presentarvi un'antica, tuttavia assai semplice pratica, chiamata Jala-neti o pulizia delle vie nasali con acqua e sale.
Nella Gheranda-samhita, un testo indiano databile intorno al XVII/XVIII secolo, ritenuto assieme allo Hathayoga-pradipika e alla Siva-samhita uno dei principali testi dello Hatha-yoga, si legge di una pratica denominata sit-krama che consisteva nell'aspirare acqua dalla bocca ed espellerla dal naso per ottenere la pulizia delle vie nasali ed i conseguenti benefici. Tale pratica più completa, la consiglierei naturalmente agli allievi con più esperienza, mentre la Jala-neti che consiste nell'utilizzo di uno strumento dotato di beccuccio come una teiera, comunemente chiamato Lota, è adatto a tutti. All'interno della Lota, dopo aver predisposto dell'acqua tiepida, si fa accuratamente sciogliere un mezzo cucchiaino di sale fine da cucina. Contrariamente a quanto il lettore tende a presumere, è proprio il sale (che tuttavia ha una funzione anche antisettica), ad evitare che il passaggio dell'acqua nelle narici dia luogo a bruciore.
Per una corretta esecuzione, consiglio di inclinare il busto in avanti fino a portarlo parallelo al pavimento, piegare la testa di lato, aprire leggermente la bocca per impedire all'acqua di passare nella gola, introdurre il beccuccio in una narice ed attendere che, per la legge dei vasi comunicanti, l'acqua dopo aver riempito il cavo sinoideo, fuoriesca dall'altra narice. Si ripete dalla parte opposta e si raccomanda, specialmente d'inverno, visto che qualche goccia d'acqua tende a fermarsi proprio nel cavo sinoideo, di soffiare bene il naso al termine della pratica.

I benefici che si ottengono, oltre alla normale pulizia, sono diversi: ad esempio si prevengono i disturbi delle cavità nasali come raffreddori, riniti ecc. si elimina l'eccessiva secrezione di muco, si stimolano i nervi del cranio e le funzioni dell'organo olfattivo; gli occhi e le orecchie, dato che sono in collegamento, ne ricevono di conseguenza giovamento.






 


 
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